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Service – Sangue, sudore e birra perché tutto vada bene.

Serie TV sul mondo della musica live

Logline: Questa serie racconta il Rock come origine e cuore pulsante della musica moderna. Parla, dunque o almeno di quella che vive e respira nei concerti live italiani.

Ma lo fa da un punto di vista inedito: non quello dello spettatore che assiste al risultato finale, perfettamente messo in scena dopo settimane di lavoro; non quello biografico delle rockstar; e neppure quello produttivo dei discografici.
Il racconto si sviluppa attraverso le avventure e le disavventure dei tecnici che lavorano dietro le quinte.

Questo cambio di prospettiva permette di spostare lo sguardo dello spettatore dal fronte del palco l’unico punto di vista normalmente concesso al pubblico — a una moltitudine di angolazioni frammentate. Ricomposte dalla narrazione, queste prospettive restituiscono una visione completa e autentica del mondo della musica live, a 360 gradi.

Tutto è finzione: la serie è una fiction ambientata nel mondo della produzione musicale. Ogni storia è inventata, ma ispirata ai mille aneddoti reali che qualsiasi tecnico potrebbe raccontare.
L’unica cosa vera sarà la musica e i suoi interpreti.

In ogni episodio sarà infatti ospite un musicista di fama nazionale, che interpreterà sé stesso. Le trame sono frutto della fantasia, ma i ruoli dei musicisti sono affidati a veri artisti in attività. Ogni puntata si concluderà con un concerto di una delle rockstar coinvolte: la preparazione e l’esecuzione dello spettacolo costituiranno il motore drammaturgico dell’episodio, offrendo al pubblico l’occasione di vedere i propri beniamini anche nei momenti più intimi e condivisi, solitamente nascosti al pubblico.

La serie è una commedia, dove si ride con quella sottile malinconia tipica della migliore tradizione italiana.
In Service si ride degli imprevisti, dell’esasperazione dei personaggi, delle soluzioni improvvisate e delle dinamiche paradossali di un sistema fondato sul motto: “The show must go on” — anche quando tutto si regge solo su un po’ di nastro adesivo, qualche giro di fil di ferro e tanta birra.

Sceneggiatura: Eugenio Rigacci